Stiamo diventando troppo seri nei tempi, a questo punto...Eccovi la puntuale (!) recensione del Giulio Gori---Dopo mesi di silenzio tornano i
Carmine Burana, più magri, puliti, muscolosi, con calzini nelle mutande… niente, tutta questa bellezza ostentata dai membri così-così del gruppo è quantomeno sospetta e infatti si scopre subito che il nostro dioniso metropolitano, il santo subito delle suore di satana e delle suore sioniste, il coniglietto taurino del granducato, colui che suona la batteria come pochi altri al mondo (senza bacchette) avrebbe passato la notte a molestare la sorella sugli autobus. “
Vabbè ci sarà il bassista che è a suo modo un bell’uomo!”…ebbene no amiche dei carmina burana, è troppo presto secondo il trio dei bravi che si è esibito stasera (cazzo di consecutio dei tempi!). Loro sono i tre più bravi e si esibiscono anche senza batteria e bassista, cazzo gliene frega a loro, tanto sono bravi… comunque viene fuori un prodotto meno orribile di quanto ci si poteva aspettare con un commovente tuffo nella limpida sorgente del gruppo da cui sono sgorgate le lacrime per le prime canzoni suonate in questo ormai storico locale che ha cambiato gestione e non c’entra niente con quello che si boicotta noi non ci si va più brutti stronzi. Memorabile la breve esibizione di
Francesco Al Cofone con un pezzo commovente testicolarmente parlando. Il valoroso
Jofalo tenta inutilmente di dare un assetto ohscienografico al concerto della serata e si sforza di assomigliare ai suoi idoli di giovane ma con scarsi risultati visto che il trucco se ne va e resta l’inganno di aver propinato un concerto senza batteria, tanto sono bravo e ce la faccio lo stesso, e comunque decido io che sono il leader…niente a che vedere col buon
Claudio che giovane è veramente e nel giorno della sua nascita, col suo trucco leggero, ci riporta alle sonorità tipiche di chi occupa il suo ruolo nella band, come
Paul McCartney per capirsi, il suonatore di fraulo. Scatenato invece è il chitarraio elettrico che parte quasi svogliato e proporzionalmente col contenuto alcolico aumenta il suo gasamento fino a livelli veramente gasanti. Sostenuto da un pubblico casereccio di veri lu-ppi molisani le dita e la voce cominciano a viaggiare da soli e non si curano del tempo, dello spazio, dell’oriente express che parte col suo assassino accoltellante già a bordo e di tutto che scorre tra tutto come consuetudine in una strana notte fiorentina in cui chi se lo può permettere perché è bravo suona senza batteria e senza bassista.
Comunque pur sempre meglio di qualcosa che ora non mi viene in mente.
Yanosch